E così sono a Roma.
Sono a Roma all'incirca dal 2 gennaio.
Questo significa alcune cose negative: come ad esempio che alla fine sono riuscito a girare solo una puntata e mezza di Central Station (non ho più presentato Fudo, bensì un personaggio nuovo... Spero sarà gradito, anche se non sono riuscito a farlo esprimere come volevo...), che non riuscirò a mettere piede (o pube) alle Iene, e che da qui ad aprile non riuscirò ad essere presente sui palchi del cabaret (Ridi'n'Blu, Ridi'n'Bergamo, i vari laboratori Zelig...).
Spero non vi arrabbierete con me...
Anche perché questa mia trasferta romana porta con sé anche numerose cose positive: a Roma si mangia bene! E c'è una bellissima luce!
Ok, ovviamente ci sono innumerevoli pro dal punto di vista professionale (è logico pro=professionale), ma, siccome non ho ancora capito se posso dire cosa sono qui a fare, non ne parlerò. (in teoria ora potrei anche dirlo, però ormai ci ho preso gusto a fare il vago...)(eppoi le ragazze preferiscono i tipi misteriosi...)
Posso dire di essere venuto a professare il mio lato autorale.
Posso dire di essere venuto a professare il mio lato autorale.
Se vi va di saperne di più, aggiorno passo passo le mie avventure romane in twitter. Più precisamente, quelle riguardanti questo lavoro ho pensato di evidenziarle con uno specifico hashtag (parola che scrivo giusto per far credere che me ne intenda): #GPjob.
(questo passaggio è chiaro, eh?)
(spiego ai non-nerd o non-geek: insomma, su twitter se leggete – o cercate – #GPjob vi usciranno i miei aggiornamenti romani)
(spiego ai non-nerd o non-geek: insomma, su twitter se leggete – o cercate – #GPjob vi usciranno i miei aggiornamenti romani)


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