io sono un truciolo. O meglio, non lo sono ancora: per ora siamo ancora tutti attaccati, in un unico pezzo di legno. Ma, al contrario dei miei colleghi appiccicati, io lo so già che cadrò per terra; non farò parte di quella scultura finale che è negli occhi – o meglio, nella testa – di queltizio col naso a patata e gli occhiali.
Tutto è autoconvincimento.
Trucioli di pialla.
Di un lavoro fatto con semplicità, da un intagliatore. (È più o meno di un poeta?)
Non è un lavoro fatto bene; cerca di fare delle rose, ma non ha sensibilità, lo fa pressapoco, che dà l'idea di una rosa... tanto serve solo da cornice.
La cornice di uno specchio.
Ci lavora da anni, e intanto ha perso tutto, perché nessuno capiva per quale motivo ci tenesse tanto... Ora vive – da solo – in un'auto. E guarda fuori dai vetri, sentendosi protetto. O solo. A seconda dei momenti.
È la storia di una sorpresa.
Te ne racconterò...
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